Upskilling e reskilling: cos’è e come si fa step by step

24 Novembre 2021 in People Experience

Innovazione tecnologica e globalizzazione stanno trasformando il lavoro, cambiando le competenze rilevanti per il mercato e di conseguenza i profili professionali richiesti. Su quali le aziende devono puntare? Su una cosa non c’è dubbio: c’è di un piano di upskilling e reskilling per la qualificazione del personale interno.

Competenze digitali: mai più senza

La conseguenza più macroscopica dei processi a cui abbiamo accennato è sicuramente la carenza di competenze, determinata in misura drammatica dalla massiccia diffusione delle nuove tecnologie. La digitalizzazione, detto in altre parole, crea una domanda di competenze specifiche, in vertiginosa crescita, a cui non corrisponde un’offerta proporzionata.

Per questo è necessario che le persone siano in grado di padroneggiare un mix di abilità cognitive e interpersonali, competenze digitali e soft skills che le mettano in condizione di pensare analiticamente e di comunicare in modo efficace ed effettivamente collaborativo con supervisori e colleghi.

Il World Economic Forum appena un anno fa aveva stilato un elenco delle 10 competenze che sarebbero state più richieste nell’immediato futuro, competenze che ancora oggi, a un anno di distanza, scarseggiano all’interno della forza lavoro:

  • Risoluzione di problemi complessi
  • Pensiero critico
  • Creatività
  • Gestione delle persone
  • Coordinamento con le altre persone
  • Intelligenza emotiva
  • Capacità di giudizio e di decisione
  • Orientamento al servizio
  • Negoziazione
  • Flessibilità cognitiva

A queste competenze si riferisce lo studio di Korn Ferry quando parla di cronica mancanza: “entro il 2030, più di 85 milioni di posti di lavoro potrebbero rimanere vacanti, a fronte della mancanza di un numero sufficiente di persone qualificate”.

E l’Italia? Secondo la classifica della Commissione Europea tra tutti i paesi dell’UE, l’Italia è desolatamente agli ultimi posti per diffusione di competenze digitali. Quelle base sono possedute, secondo il rapporto DESI 2020, da appena il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni (16 punti percentuali al di sotto della media UE). La situazione peggiora ulteriormente nel caso delle competenze digitali superiori (22% a fronte del 33% dell’UE).

La formazione su queste nuove competenze è dunque davvero imprescindibile: le organizzazioni che investiranno su upskilling e reskilling nel presente godranno di numerose ricadute positive nel futuro.

Che cosa significa upskilling e reskilling?

In un report del 2019 Boston Consulting Group individuava nella trasformazione digitale e nella globalizzazione i due trend che già da anni stavano ridefinendo le dinamiche del mondo del lavoro e identificava in upskilling e reskilling le soluzioni grazie alle quali aziende e dipendenti stavano provando a rispondere al cambiamento. Proviamo a chiarire.

Con il termine upskilling si intende l’adozione di nuove competenze da parte di lavoratori che intendono aggiornare e potenziare le loro attuali job position. Reskilling fa invece riferimento alla acquisizione di nuove competenze per un lavoro completamente diverso. In questo caso si parla anche di riqualificazione.

Upskilling o reskilling: che cosa fare, passo dopo passo

Che cosa possono fare lavoratori e aziende per acquisire le conoscenze necessarie a limitare i problemi di cui abbiamo parlato?

  1. Analizzare criticamente la situazione lavorativa del singolo professionista. C’è bisogno di un reskilling o un upskilling? I feedback del dipartimento di HR sono particolarmente rilevanti in questa fase perché possono offrire un parere oggettivo, elaborato sulla base delle esigenze effettive dell’organizzazione.
  2. Una volta definite quali sono le competenze mancanti, il professionista, supportato dalle Risorse Umane se lavora in un’azienda, può procedere nella ricerca e selezione dei corsi che meglio si prestano a offrire la formazione più appropriata.
  3. Infine, sarà necessario proseguire su un percorso di formazione continua, così da tenersi costantemente aggiornati sugli ultimi sviluppi tecnologici e culturali, per seguire l’innovazione che già sta avvenendo nelle organizzazioni e che continuerà nel prossimo futuro.

Un discorso a parte va fatto se si vogliono considerare le modalità di fruizione di corsi upskilling e reskilling. Una piattaforma di e-learning, con lezioni online su desktop e su app mobile, rappresenta un’alternativa scelta sempre più di frequente perché più accessibile e flessibile rispetto alle opzioni tradizionali, come le lezioni frontali.

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